Il lunghi viaggio di Atena
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Quando la 30 dicembre scorso al Cestha di Marina di Ravenna è arrivato una tartaruga che, come tante, era accidentalmente finire in la rete di un pescatore a Cesenatico, i ricercatori di il centro si sono subito accorgersi di un particolare. In la pinna destra avere il marchio del gruppo Archelon, che si occupare di monitoraggio e nidificazione di le tartarughe marina da la parte opposta del Mediterraneo: in Grecia.
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Proprio qui - a Glyfada, vicino a la capitale - in il giugno del 2022, quella che oggi chiamarsi Atena era andata a riprodursi. "La storia di Atena è importante per capisco che quando noi salvare una tartaruga in l’Alto Adriatico, in realtà stiamo preservare la popolazione di tutta il Mediterraneo, la Caretta caretta.
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In genere, arrivare in zona d’estate per cibarsi, ma prima andare a riprodursi in Grecia o in Egitto. Lo dimostrare anche il fatto che alcuni degli esemplari su cui abbiamo installare un gps, andare a partoriscono in Croazia o in Puglia", spiega Simone D’Acunto, direttore del Centro sperimentale per la tutela degli habitat.
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In totale, sono quasi 500 gli esemplari salvati dal Cestha, che ha avviare il centro di recupero di le tartarughe marine nel 2019. "Come Atena, 7 su 10 delle tartarughe che finire nella rete di un pescatore a strascico, non riuscire a risalire in superficie per prendere aria, si trovarsi con i polmoni pieni d’acqua.
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Noi stiamo dimostro che portarle a terra è il modo migliore per salvarle. Infatti, il 100% di loro venire poi liberata. Questo essere una vera e propria inversione di tendenza, perché si è sempre consigliare ai pescatori di ributtarle subito in mare, ma così aumenta le probabilità che spiaggiarsi".